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venerdì 22 ottobre 2010

«Un posto a sedere? Te lo puoi sognare»



(fonte: Il resto del Carlino Imola)
CASTEL SAN PIETRO TERME —
ZAINI in spalla e sorrisi sui volti visibilmente stanchi, scendono dall’ autobus scolastico alle 14.50. Sono gli studenti di Poggio in arrivo da Imola: Più che un semplice tragitto scuola-casa, per loro il quotidiano percorso che li porta sui banchi imolesi dell’ Itis, dell’ Agraria o del Cassiano è una corsa a ostacoli, quando non una vera e propria prova di sopravvivenza che inizia di buon mattino, quando sono passati cinque minuti dopo le 7.
«DELLE DUE corriere che partono, soltanto una passa da Poggio Grande, l’ altra solamente da Poggio Piccolo peraltro a volte senza neppure fermarsi perché già troppo carica di studenti saliti a Medicina», esordisce Marcello Rocchi, che a Imola frequenta l’ Itis. A Poggio Grande si ferma il bus della linea 247 ‘bis’ ma la situazione non è migliore rispetto alla vicina Poggio Piccolo: «Un posto a sedere te lo puoi sognare, ci siamo ritrovati fino a 50 ragazzi in piedi», dice Simone Busi.
E questo è solo l’ inizio dell’ odissea, perché poi comincia la ‘corsa alla campanella’. «Riusciamo ad entrare a scuola dopo che è già suonata la prima campanella, quella delle 7.50, e appena prima che suoni la seconda campanella delle 7.50, ma c’ è chi se la passa peggio. Chi studia al Cassiano, per esempio, non arriva mai in orario», afferma Simone Dalla Casa, anche lui come la maggior parte dei ‘poggesi’ studente dell’ Itis. Un ritardo cronico, insomma, al quale i professori si sono dovuti loro malgrado abituare.
E poi c’ è il ritorno che, se possibile è decisamente peggio dell’ andata perché, dice Ivano Mugellesi mentre attende il figlio, «l’anno scorso c’ erano due corse, per chi usciva alle 13 e per chi usciva alle
14, quest’ anno solamente una che penalizza chi esce alle 13» . E così, spiega sconsolato Fabio Tabellini «siamo costretti ad attendere all’ autostazione di Castel San Pietro per quattro giorni su sei circa tre quarti d’ ora prima dell’ arrivo della 247 che ci porta a casa».
ED È GIÀ un trionfo arrivare a casa con l’ autobus un’ora e tre quarti dopo essere usciti da scuola, perché il sabato invece l’ autobus «porta solo a Poggio Piccolo e c’ è un’ unica corsa concomitante
con l’ uscita dalle scuole alle 13», aggiunge Simone d’Addona. Chi ha la sfortuna di frequentare la quinta dell’ Itis, che esce il sabato alle 14, è così costretto a farsi venire a prendere dai genitori fino a Castel San Pietro pur pagando sempre la stessa cifra, nonostante il giorno in meno di servizio: «A questo — conclude Riccardo Rocchi, componente della Consulta di Poggio —, si aggiunge la
mancanza di una pensilina richiesta da mesi per la fermata di Poggio Grande» . Una carenza che costringe i giovani studenti ad assieparsi sotto la tenda parasole dell’Osteria del generoso Valentino che almeno, e questa è forse l’ unica notizia positiva, non fa pagare l’ affitto per il riparo di fortuna.

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